di GIUSI BONOMO
Zetaesse presenta una selezione di opere tratte da Persona, il lavoro fotografico di Giusi Bonomo che si propone di indagare la sede dell'identità umana nel contesto contemporaneo, sempre più influenzato dall'impatto dei social media e della tecnologia digitale.
Attraverso la tecnica della doppia esposizione, Bonomo esplora il volto umano e le sue implicazioni nella costruzione dell'identità individuale e collettiva. Il progetto include ritratti provenienti dagli album di famiglia dell’artista, ma la chiarezza di queste immagini è modificata da lunghe linee di interferenza – prodotte dall' esposizione multipla – che disturbano e modellano la rappresentazione. Le interferenze creano un meccanismo di appropriazione-deappropriazione in cui l’identità si sfalda e l’individuo è costretto a confrontarsi con la paura di non essere riconoscibile, di non trovare un punto di ancoraggio.
"Guardando attentamente, troverete che ogni cosa ha un punto debole dove può rompersi, presto o tardi", recita Anthony Hopkins in Il caso Thomas Crawford. In queste fotografia i volti sembrano quasi "rompersi": quali sono le linee della nostra fragilità? Quali i segni della nostra esistenza? Il corpo è ancora limite e soglia individuabile di noi stessi?
Alcuni dei ritratti raffigurano persone che non ci sono più, suggerendo una riflessione più ampia sul destino della nostra presenza digitale dopo la nostra scomparsa fisica.
Ivan Illich, nel suo libro La perdita dei sensi, sottolinea come l'aumento della tecnologia, soprattutto nel settore medico e industriale, abbia generato una realtà sempre più astratta che deruba gli esseri umani della loro esperienza sensoriale e percettiva. Questa realtà renderebbe difficile persino morire la propria morte sfumando sempre più il confine tra reale e virtuale. Come se per esistere non fosse necessario un centro fisico – corporeo – di imputazione. Come se non si potesse più dire io, tu, noi.
*GIUSI BONOMO
Nata a Modica nel 1978, dopo gli studi giuridici, si dedica al lavoro fotografico e alla scrittura. Tra le mostre: Si bruciano il polpaccio, video e mostra al Fiorentini Art Studio, John Cabot University Roma; Trame 5, Festival dei libri sulle mafie; 1801 Passaggi un paese italiano 2017, MAVI Museo Antropologico Visivo Irpino; VIRIDI, Museo del Fiore di Sanremo; Persona, SiFest Off 2018; PAROLES D’HISTOIRES, di Acte Public Compagnie, Festival di Cinema e Documentari, Lione; Der zoo, Quarenghicinquanta Photogallery, Bergamo; I Demoni Meridiani, Grenze Arsenali Fotografici, Verona; Rinascite, SHUTDOWN, Archivio Storico Istituto Luce Cinecittà, 2020; Donne Forti, Valsusa Filmfest, 2021; I Care, al Phest, Festival Internazionale di Fotografia Monopoli, 2021; Itaca, per il progetto “20s Energie Nove”, Centro Gobetti di Torino, 2021; Mostra Mojo, Charta Festival 2021, Roma
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