di MICHELA DANESI
Che noi si scriva, si parli o solo si sia visti
Rimaniamo evanescenti. E tutto il nostro essere
Non può in parola o in volto giammai trasmutarsi.
L'anima nostra è da noi immensamente lontana:
Per quanta forza si imprima in quei nostri pensieri,
Mostrando l'anime nostre con far da vetrinisti,
Indicibili i nostri cuori pur sempre rimangono.
Per quanto di noi si mostri continuiamo ignoti.
L'abisso tra le anime non può esser collegato
Da un miraggio della vista o da un volo del pensiero.
Nel profondo di noi stessi restiamo ancora celati
Quando al nostro pensiero dell'essere nostro parliamo.
Siamo i sogni di noi stessi, barlumi di anime,
E l'un per l'altro resta il sogno dell'altrui sogno.
[FERNANDO PESSOA,Sonetto, 1918]
*MICHELA DANESI
Nasce a Brescia nel 1985, rinasce partenopea nel 2012 quando si trasferisce a Napoli dove si laurea in Filologia Moderna all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Ora insegna italiano a stranieri in un centro d’accoglienza a Brescia e vive tra le due città.
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