di EDA ÖZBAKAY
Quando la lodoletta vedo battere
gioiosamente l’ali incontro al sole, ed ecco s’oblia e si lascia cadere per la dolcezza che le giunge al cuore,
ah! sì grande invidia mi prende
d’ogni essere ch’io veda gioire,
ch’è meraviglia se tosto il cuore dal desio non mi si strugge.
Ahimè! tanto credevo sapere d’amore, e tanto poco ne so! ché non posso tenermi d’amare quella da cui nulla mai otterrò. Tolto m’ha il cuore, tolto m’ha me stesso,
e se stessa m’ha tolto, e tutto il mondo:
e al togliermisi, nulla m’ha lasciato
se non desiderio e cuore bramoso.
Bernart de Ventadorn
(Traduzione di A. Roncaglia)
I minnesänger (minnesingheri) erano compositori e cantori di canti lirici, scritti in tedesco tra il XII-XIV secolo. L‘oggetto principale delle loro canzoni era l’amore, spesso non corrisposto, verso le dame che corteggiavano. Un amore basato su un’idealizzazione dell’amata, su un’adorazione e sull‘esaltazione di un sentimento che si nutriva del desiderio non appagato. Descrive bene questa condizione la parola tedesca „schwärmen“ indicante l’essere infatuati di qualcuno, spasimare per qualcuno, andare in estasi o entusiasmarsi di qualcosa. Presente fin dall'XI secolo (alto tedesco medio: swarmen, swermen, alto tedesco antico: swermen) tale verbo veniva ed è tuttora utilizzato anche per descrivere il comportamento dello sciame d’api ed è etimologicamente connesso al sostantivo „Schwarm“ con significato di sciame/stormo/branco e allo stesso tempo fiamma/passione. Una passione cantata che giunge alla propria amata come uno stormo!
Oh my minnesinghero!
*EDA ÖZBAKAY
È una traduttrice e docente turco-tedesca. Intraprende studi in musicologia negli anni di formazione in Germania, si laurea a Roma in Lingua e Letteratura Inglese e Spagnola. Per Del Vecchio Editore ha tradotto opere di Çiler Ilhan e Burhan Sönmez. Scrive di musica. Redattrice di zetaesse.
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