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Questo cibo indigesto: Pinocchio e Geppetto

di LUIGI VECCHIONE

Zetaesse, Luigi Vecchione, Pinocchio e Geppetto: Sono padre e figlio costretti dall’apparato digerente ospitante a digerire il loro rapporto, non più mediato della favola ma dal famelico procedere della vita

«Del resto, dovete sapere che i pesci ebbero finito di mangiarmi tutta quella buccia asinina, che mi copriva dalla testa ai piedi, arrivarono al legno, perché come vedete, io sono fatto di legno durissimo. Ma dopo dati i primi morsi, quei pesci ghiottoni si accorsero subito che il legno non era ciccia per i loro denti, e nauseati da questo cibo indigesto se ne andarono, senza voltarsi nemmeno a dirmi grazie».

Iniziamo con il dire che i tempi di digestione variano da persona a persona. Infatti l'assimilazione è influenzata da molti fattori come le abitudini manducatorie, l’acidità gastrica e l’attività intestinale. Inoltre, per ciò che riguarda le sostanze ingerite, il tempo di transito nell’apparato digestivo dipende dal tipo di elemento assimilato. Nel caso specifico, l’esperienza di Pinocchio e Geppetto nel ventre del pescecane pone in scacco l’elemento della digestione come assimilazione. Sono padre e figlio strappati agli occhi del mondo e costretti dall’apparato digerente ospitante a digerire loro stessi, il loro rapporto, non più mediato dalla magia della favola ma dal famelico procedere della narrazione della loro vita. Entrambi, infatti, dovranno compiere fisicamente il percorso digestivo al contrario, dallo stomaco alla bocca, per poter permettere a Pinocchio finalmente di farsi carico della figura del padre, portandolo in salvo «a cavalluccio sulle sue spalle».

«Ed ora che cosa dobbiamo fare qui al buio?... — Rassegnarsi e aspettare che il Pesce-cane ci abbia digeriti tutti e due!... — Ma io non voglio esser digerito! — urlò Pinocchio, ricominciando a piangere. — Neppure io vorrei esser digerito! — soggiunse il Tonno — ma io sono abbastanza filosofo e mi consolo pensando che, quando si nasce Tonni, c’è più dignità a morir sott’acqua che sott’olio!... — Scioccherie! — gridò Pinocchio. — La mia è un’opinione — replicò il Tonno — e le opinioni, come dicono i Tonni politici, vanno rispettate!​»




*LUIGI VECCHIONE

Ad altre cose preferisce la filosofia, le passeggiate, la letteratura. Le scarpe. Lavora come editor, tatuatore e saltimbanco. Talvolta non riesce a fare a meno di prendere in mano una penna e disegnare cose su altre cose.

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