UN PLAYLIST PER CANTARE CON VOCI LIBERE
Intorno all’anno mille, Guido d'Arezzo, monaco benedettino e teorico della musica, notò una particolarità nel famoso inno gregoriano a San Giovanni Battista di Paolo Diacono: ogni suo verso iniziava con una nota più alta rispetto alla precedente. Mettendoli in fila uno dopo l’altro veniva a formarsi una scala ascendente di sei suoni, un esacordo. Guido attribuì a ogni nota la sillaba corrispondente alle prime due lettere di ogni verso, inventando una formula mnemonica per ricordare l’intonazione delle note. Nacque così la notazione musicale moderna:
Ut queant laxis
resonare fibris,
Mira gestorum
famuli tuorum,
Solve polluti
labii reatum,
Sancte Iohannes
Il nome della nota Si venne aggiunto più tardi, nel corso del 500, fondendo insieme le sillabe dell’ultimo verso. Il nome Do, di più facile pronuncia, avendo una vocale in finale, venne proposto nella prima metà del 600, dal teorico musicale Giovanni Battista Doni. Per agevolare l’apprendimento di questo sistema mnemonico e aiutare i cantanti nella lettura a prima vista, si utilizzava la mano guidoniana, detta anche armonica: ogni porzione sul palmo della mano rappresentava una nota specifica, ospitando le tracce simboliche dei suoni e le loro rispettive relazioni.
Comments