di GIORGIO GRASSO
Perché tante volte è meglio restare un attimo fermi ad ascoltare attentissimissimamente.
#1 NEU! – Hallogallo, da Neu! (1972)
È un po’ così che abbiamo iniziato ad abituarci alla costanza imperterrita della percussività – lentamente, ha permeato in maniera sempre più minimale ciò che ascoltavamo; ciò che quindi sentivamo, più profondamente. E fu tutta una storia di crauti.
#2 FAST ANIMALS AND SLOW KIDS – Fammi domande, da Hybris (2013)
«Con una corda in una stanza, che ci fai?», «Una collana ed una sorpresa a tutti voi!». E questo dovrebbe bastare a farvi passare insonni una discreta quantità di notti.
#3 PHILIP GLASS – Changing opinion, da Songs from Liquid Days (1986)
Ci sarebbe da fare tutta una discussione su come Philip Glass abbia tirato fuori un genere a partire dall’iterazione ossessiva di terzine. Però viene invece inevitabile concentrarsi sulla descrizione di questa lenta, inesorabile contemplazione del cambiamento – mentre si fa strada crepitando all’interno della nostra consapevolezza. Parola di Paul Simon.
#4 LAURIE ANDERSON – Let X = X , da Big Science (1982)
«Oh boy – right, again». Davvero non si tratta qui di una questione di assonanza prettamente musicale – ma il grido dentro, forte, assordante, che tutto va a fuoco ed è il caso di scappare, subito, di corsa, anche dalla finestra. Love and kisses XXXOOO.
#5 JON SPENCER BLUES EXPLOSION – Flavor Pt 1 Remix feat. Mike D & Beck, da Experimental Remixes (1995)
«Blues Explosion!», è questa la loro ossessione, deve esplodere, il blues, che è number one, dappertutto comunque dovunque. Ed è quello il sapore, l’odore che devi cercare; e deve impregnare, possedere, ammaliare; non te lo devi poter scrollare di dosso…
*GIORGIO GRASSO
È nato circondato dalle storie: mai riuscì a trattenersi dallo spulciarne avidamente una in più, dal provocare un racconto ancora. E infatti c’è anche una storia su come è diventato pazzo di musica: «C’era una volta una cassetta piena di canzoni, che infine un giorno andò distrutta: fu per ritrovarne tutti i pezzi che Giorgio partì alla ricerca della musica perduta».
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