di GIORGIO GRASSO
Come evitare di “scendere risoluti in strada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente”.
#1 GILL SCOTT HERON – The revolution will not be televised, da Pieces of a Man (1971)
Il lucido orizzonte che può definire l’analisi umana. Non c’è dubbio, c’è solo risoluzione, la risoluzione dell’intento rivoluzionario. Non ci saranno protagonisti, non ci sarà inizio, né fine, e soprattutto, the revolution will be LOUD. Che sia auspicio di inevitabilità.
#2 ALAN PARSONS PROJECT – The tell-tale heart, da Tales Of Mystery And Imagination (1976)
Questa è proprio una storia, di Edgar Allan Poe, famosa, dove il cuore battente del morto – i suoi occhi, Signore! – perseguita il proprio assassino precipitandolo in una follia autodistruttiva. La finale confessione in cui il povero, ormai comunque pazzo, si consegna alla giustizia perché il battere possa finalmente cessare, dovrebbe risultare incoraggiante..
#3 LUCIO DALLA – Ulisse coperto di sale, da Anidride Solforosa (1973)
Solo una sana e consapevole ossessione può aver portato Ulisse a ritrovare la sua Itaca, la sua casa; memorie e sensazioni la alimentano in egual modo; e il racconto è l’unico ostacolo alla pazzia. Attenzione al basso di Mario Scotti.
#4 GEINOH YAMASHIROGUMI – Tetsuo, da Akira OST (1988)
Ci troviamo letteralmente in una fiaba un po’ oscura narrata attraverso il sottilissimo intersecarsi di decine di campane gamelan. È una fedele interpretazione delle basi armoniche del mantra (in senso lato), per come era pervenuto all’Indonesia. Poi, in realtà stiamo parlando di una banda/collettivo di musicisti giapponesi.
#5 NICK CAVE – Higgs Boson Blues, da Push the Sky Away (2013)
Se non bastasse la cadenza – minore, ipnotica – Nick Cave sta là, e non può fare a meno di raccontare, di dire, di cercare, di dire che sta cercando; ed è sempre là che si stagliano, altrettanto ineluttabilmente, Robert Johnson e il diavolo. L’onnipresente imperversa.
*GIORGIO GRASSO
È nato circondato dalle storie: mai riuscì a trattenersi dallo spulciarne avidamente una in più, dal provocare un racconto ancora. E infatti c’è anche una storia su come è diventato pazzo di musica: «C’era una volta una cassetta piena di canzoni, che infine un giorno andò distrutta: fu per ritrovarne tutti i pezzi che Giorgio partì alla ricerca della musica perduta».
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